Prove non distruttive - Rossitto


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Cappella Emiliani Venezia

articoli

CAPPELLA EMILIANA
CIMITERO SAN MICHELE IN ISOLA - VENEZIA

COMMITTENTE: Unesco - Venezia
OPERA: Cappella Emiliana San Michele in isola – Venezia
TIPOLOGIA DELL’INCARICO: indagini non distruttive
TIPO DI INDAGINI NON DISTRUTTIVE: Prove non distruttive di magnetometria, georadar.

ALTRE INFORMAZIONI:

Le indagini sono state rivolte alla individuazione degli elementi metallici dei rivestimenti lapidei in spessore sottile in
quanto il fabbricato ha subito nel corso degli anni numerosi interventi di consolidamento e fissaggio delle lastre. In
considerazione della particolare tipologia strutturale si è deciso di approfondire l’indagine nello spessore della struttura
essendo estremamente difficile la rimozione dei singoli pezzi e quindi si è proceduto alle indagini con georadar in alta
frequenza ad 1,5 Ghz dando la possibilità di poter individuare le notevoli discontinuità presenti e la tipologia costruttiva
che non era mai stato possibile dettagliare.

BREVE DESCRIZIONE DELLE ATTREZZATURE TECNICHE PRINCIPALMENTE UTILIZZATE:

Le attrezzature utilizzate per l’esecuzione delle prove non distruttive sopra elencate sono altamente sofisticate ed
elaborate quindi quanto sotto descritto evidenzia una minima ed essenziale parte della strumentazione e deve per la
brevità della descrizione essere considerata in quanto tale; ogni prova non distruttiva, inoltre, qualunque essa sia viene
fotografata e video ripresa in tutte le fasi principali della prova in atto.

Prova non distruttiva di CM9
Gli apparecchi si distinguono in quelli che sfruttano il principio dell’induzione magnetica e quelli che sfruttano il
principio della conducibilità elettrica.
La generazione delle correnti vaganti in campo magnetico variabile con frequenza dell’ordine di 1 Hz, e la loro
emissione avviene tramite un solenoide situato nella sonda (emettitore), alimentata da una tensione variabile, a sua volta
pilotata da un circuito oscillante. Le correnti vaganti che si sviluppano all’ interno dell’oggetto attraversato dal campo
magnetico (ad es. la barra d’armatura) generano a loro volta un campo magnetico variabile, che modifica l’impedenza
di un solenoide rilevatore (sensore) installato nella sonda stessa.
La misura della variazione dell’impedenza, amplificata da un circuito oscillante collegato al solenoide rilevatore,
dipende dalla posizione e dalla dimensione dell’oggetto immerso. Maggiore è la dimensione dell’oggetto e minore è la
distanza dalla sonda, maggiore risulta di conseguenza il segnale rilevato.
Questa categoria di strumenti sono sensibili anche a metalli non ferromagnetici; sono caratterizzati da dimensioni
piuttosto ridotte, sia la sonda sia l’apparecchio di misura, e richiedono bassa energia d'alimentazione; una serie di
batterie non ricaricabili consente infatti lunghi periodi d'utilizzo. Appositi circuiti elettronici permettono di compensare
le eventuali variazioni di temperatura ambiente.


Gli strumenti che sfruttano il principio dell’induzione magnetica sono costituiti da un solenoide, percorso da una
corrente variabile a bassa frequenza (dell’ordine di 90 Hz), avvolto attorno a un nucleo ferromagnetico, che genera un
campo magnetico variabile che induce a sua volta una tensione all’interno di un secondo solenoide, avvolto
concentricamente al primo. La presenza di un materiale ferromagnetico (la barra d'armatura immersa nel calcestruzzo)
determina un aumento della permeabilità magnetica del sistema nucleo/solenoidi della sonda. La tensione indotta
all’interno del secondo solenoide varia pertanto secondo la posizione e dimensione dell’ oggetto ferromagnetico. Gli
strumenti che seguono questo principio di misura sono caratterizzati da una sonda di dimensioni relativamente grandi
con una tipica forma a C, alle cui estremità sono alloggiate le due coppie concentriche dei solenoidi (trasmittente e
ricevente). L’energia richiesta è relativamente elevata per la realizzazione di un campo magnetico dell’ordine di 8000
Gauss. Gli strumenti sono per tanto equipaggiati con batterie ricaricabili, per un’autonomia di circa 12 ore di
funzionamento. Il rivestimento in materiale plastico li rende complessivamente non influenzabili dalle variazioni di
temperatura ambientale.
Per quanto riguarda gli strumenti che si basano sul principio della conducibilità elettrica, il Cover Master CM9 calcola
automaticamente e immediatamente il diametro dei tondini, ha un’ottima precisione nel localizzare le barre e misurare il
copriferro, inoltre presenta un’unica sonda per misurare il copriferro e le dimensioni del tondino.

Prova di Georadar:

- monocanale piccolo (6 Kg) Hard disk interno (Sir 2000).
-porta seriale;
-software Radan;
- antenne specifiche per diverse applicazioni: alta frequenza (da 900 a 2500 Mhz), media frequenza (da 300 a 500
Mhz), bassa frequenza (80 Mhz); nel caso specifico è stata usata un’antenna da 1,5 Ghz specifica per indagini in
spessore sottile.


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